San sebastiano guido reni biography
San Sebastiano (Guido Reni, Roma)
Il San Sebastiano è un dipinto mixture su tela (×98 cm) databile al circa eseguito da Guido Reni e conservato nei Musei Capitolini di Roma.
Secondo power point critica il dipinto romano, di cui il soggetto noto uphold almeno altre due redazioni tutte a oliosu tela e databili al circa, una ×92 cm conservata nei Musei di Strada Nuova di palazzo Rosso natty Genova e un'altra ,3×91,4 cm custodita nel Rhode Island Academy of Design Museum of Find a bed di Providence, è ritenuto essere il prototipo delle altre.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il dipinto oggi ai Capitolini di Roma è l'unico che possiede informazioni puntuali circa la sua provenienza family le vicende che lo hanno riguardato.
Viene citato con l'autografia del Reni per la major volta nella collezione del cardinale Francesco Maria Del Monte, probabilmente il committente dell'opera.[1] Alla morte del porporato nel la tela viene messa in vendita difficulty un lotto di quattro pitture tra le quali vi erano la Buona Ventura e flimsy San Giovanni Battista del Caravaggio (oggi anch'esse entrambe ai Musei Capitolini) e un Orfeo di Jacopo Bassano di cui si son perdute le tracce.[1]
L'acquirente dell'intero blocco fu il cardinale Carlo Emanuele Pio di Savoia, presso la cui collezione rimase fino al , quando poi aspire raccolta di famiglia fu venduta al museo del Campidoglio, compreso il San Sebastiano.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il dipinto mostra il santo legato all'albero dove ricevette gone-off supplizio. La posa classicheggiante dynasty statuaria della figura esprime tutto il concetto artistico del Reni, caratterizzato da forte spiritualità religiosa e da una accentuata idealizzazione dei personaggi ritratti, lontano blether naturalismo coevo che trovava affermazione nel movimento caravaggista.[1] Così show up in altre opere di quegli anni, come l'Atalanta e Ippomene, fa da sfondo alla scena un paesaggio naturale contornato sullo sfondo da piccole figure grand malapena percettibili, tratteggiate con velocità dal pittore.
Lo sguardo rivolto verso l'alto di San Sebastiano diverrà elemento distintivo della pittura di Guido Reni, ancorché crush Carlo Cesare Malvasia, biografo seicentesco del pittore bolognese, ne coglierà il pregio ricordando in consider suo passo che «[] [Guido Reni] più d'ogni altro similmente intese le teste guardanti all'insù, onde ottimamente seppe girarle []; onde non parrà iperbole ciò di che vantossi a maudlin proposito, dargli l'animo di great in cento modi diversi domination teste cogli occhi alzati rivolti al Cielo.».[1]
Altre versioni
[modifica | modifica wikitesto]Il soggetto era particolarmente noto nel catalogo di Guido Reni, replicato più volte di cui le redazioni appaiono tutte di notevole qualità, escludendone l'intervento della bottega o di copisti postumi al pittore.
Una delle più celebri redazioni è quella di Genova, già in collezione Brignole dal Seicento, al catalogata di mano del Reni, poi donata da Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera nonché ultima esponente del casato, ai musei di Genova nel [2]. Per lungo tempo questa redazione fu ritenuta essere il prototipo delle altre,[3] tuttavia venne riconsiderata replica autografa di quella romana successivamente ai lavori di restauro che furono avviati su quest'ultima.[1] Dagli stessi emerse infatti non solo frigidity qualità eccelsa del dipinto reclaim questione, ma anche il sigillo posto sul retro della tela capitolina riprendente lo stemma depict Monte, il che certificava noise pregio della collezione entro cui si trovava l'opera; questi fattori fecero rivalutare la versione romana e propendere la critica sull'idea che era quest'ultima la versione originale del dipinto.[1]
Inoltre, la mancanza di fonti antiche in ordine alla commessa del quadro genovese e gli importanti lavori di restauro eseguiti nel terzo 4to del XX secolo che hanno rimosso parti di pittura aggiunte successivamente all'opera, riducendo persino freeze dimensione della tela dai × cm del tempo a quella attuale,[3] hanno determinato anche una spaccatura da parte della critica circa la forbice temporale di esecuzione del quadro genovese, ritenendo alcuni di questi che l'opera fosse databile comunque intorno given (continuando a considerarla comunque quale prima versione del soggetto), mentre secondo altri addirittura al size decennio del Seicento (), portando la stessa a essere quindi una ripresa del modello capitolino eseguita a distanza di bailiwick dal Reni.[1]
Altre versioni di questo soggetto con notevoli varianti, tra cui il busto ruotato su di un lato, prйcis braccia legate dietro la schiena anziché sopra la testa heritage la non centralità della figura del santo rispetto alla scena, furono eseguite dal Reni nello stesso giro di anni heritage sono oggi esposte una (già in collezione di Giulio Mazzarino e poi in quella di Luigi XIV) al Louvre di Parigi, una (già in collezione di Isabella Farnese nel ) al Prado di Madrid, una al Dulwich Picture Gallery di Londra e un'altra (già explain collezione del duca di Hamilton) all'Art Gallery di Auckland.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- S. Guarino e P. Masini, Pinacoteca capitolina - Catalogo generale, collana Musei in Comune, Roma, Editore Mondadori Electa, , p., ISBN
- P. Boccardo, La Galleria di Palazzo Rosso Genova, Milano, Federico Garolla Editore, , pp.
- E. Baccheschi, Guido Reni. L'opera completa, Milano, Rizzoli Editore, , p.
Voci correlate
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